Carbon Footprint

Partecipazione di Eudorex al Programma Nazionale

per la Valutazione dell’Impronta Ambientale

Progetto co-finanziato dal Ministero dell’Ambiente, della

Tutela del Territorio e del Mare

Eudorex è entrata a far parte del novero di imprese italiane che aderiscono al Programma Nazionale per la Valutazione dell’Impronta Ambientale, avviato dal Ministero dell’Ambiente dal 2009, nell’ambito degli obiettivi del Protocollo di Kyoto e del “Pacchetto Clima-Energia” dell’Unione Europea.

Il programma del Ministero, che oggi coinvolge più di 200 aziende, intende sperimentare su vasta scala e ottimizzare le differenti metodologie di misurazione delle prestazioni ambientali, tenendo conto delle caratteristiche dei diversi settori economici, al fine di poterle armonizzare e renderle replicabili.

L’obiettivo è di individuare le procedure di “carbon management” e di sostenere l’attuazione di tecnologie a basse emissioni e le migliori pratiche nei processi di produzione e nell’intero ciclo di vita dei prodotti/servizi.

La partecipazione a questo progetto da parte di Eudorex è in linea con la mission ambientale dell’azienda che consiste nello sviluppare microfibre e spugne abrasive ad alte prestazioni con l’obiettivo di sfruttare l’azione meccanica per ridurre l’utilizzo dei detergenti chimici e il relativo impatto ambientale.

Il programma ben si inserisce in un contesto di azioni e di politiche a favore dell’ambiente già realizzate, quali:

  • la Certificazione ambientale di prodotto 14021 delle FIBRE POLIATTIVE Eudorex
  • l’adesione al GPP – Green Public Procurement
  • l’installazione di un impianto fotovoltaico della potenza di 59 kWp.

Il progetto di Eudorex, denominato “Analisi dell’impronta di carbonio nel ciclo di vita dei panni per la pulizia delle superfici, in fibra poliattiva, sia nel largo consumo che nel settore professionale, realizzati e commercializzati dall’azienda”, si pone come obiettivo il calcolo dell’impronta di carbonio di alcuni prodotti, nonché l’individuazione di misure correttive necessarie a ridurre le emissioni totali di gas serra dello stesso di almeno il 10%.

In particolare, ai fini dell’analisi, sono scelti i seguenti prodotti appartenenti alle seguenti 3 diverse tipologie di panni in fibre poliattive ad alte prestazioni, di cui due dedicati al mondo consumer e uno utilizzato in ambito industriale:

  • INOX ULTRA: prodotto in fibra poliattiva destinato al largo consumo civile
  • VETRI: prodotto in fibra poliattiva destinato al largo consumo civile
  • Microblu vetri: prodotto in fibra poliattiva destinato al largo consumo industriale

I prodotti sono stati selezionati fra quelli con maggiori margini di miglioramento a seguito di interventi di efficientamento nelle filiere di approvvigionamento materie prime/produzione/distribuzione/smaltimento.

Che cos’è la Carbon Footprint?

 

L’espressione “Carbon footprint” (o impronta di carbonio) è diventata molto popolare negli ultimi anni ed è sempre più usata dai media. La carbon footprint è un indicatore ambientale che misura l’impatto delle attività umane sul clima globale; esprime quantitativamente gli effetti prodotti sul clima da parte dei cosiddetti gas serra generati da una persona, da un’organizzazione, da un evento o da un prodotto, sia esso un bene o un servizio

Nel calcolo dalla carbon footprint si tiene conto di tutti i gas clima-alteranti del Protocollo do Kyoto: anidride carbonica (CO2), metano (CH4), ossido nitroso (N2O), il gruppo degli idrofluorocarburi (HFCs), dei perfluorocarburi (PFCs) e l’esafluoruro di zolfo (SF6).

L’unità di misura della carbon footprint, la tonnellata di anidride carbonica equivalente (tCO2eq), permette un confronto dei differenti tipi di gas ad effetto sera in rapporto ad una unità di CO2. La CO2eq, cioè, viene calcolata moltiplicando le emissioni di ciascun dei gas ad effetto serra per il suo potenziale di riscaldamento (GWP).

Il GWP rappresenta il rapporto fra il riscaldamento causato da un gas ad effetto serra in uno specifico intervallo di tempo (normalmente 100 anni) e il riscaldamento causato nello stesso periodo dal CO2 nella stessa quantità. Quindi questo indice è basato su una scala relativa che confronta il gas considerato con un’uguale massa di CO2, il cui GWP è per definizione pari a 1. I potenziali di emissione differenti di gas ad effetto serra possono essere così sommati fra loro in un singolo indicatore che esprime il contributo complessivo clima-alterante di queste emissioni.

La Carbon Footprint considera le emissioni complessive di tutte le fasi della vita del prodotto “dalla culla alla tomba”, rapportate al Global Warming Potential della CO2: la contabilità parte dalle fasi di approvvigionamento e trattamento delle sue materie prime costitutive; alla loro lavorazione e confezionamento; ai trasporti fino al cliente; al suo utilizzo; allo smaltimento del prodotto a fine vita.

La Carbon Footprint di prodotto rappresenta la quantità di emissioni di gas ad effetto serra generate lungo la filiera di produzione.

La carbon footprint di prodotto, quindi, comprende l’assorbimento e l’emissione di gas clima-alteranti nell’arco dell’intera vita di un prodotto o servizio e le emissioni di gas ad effetto serra possono derivare da sorgenti diverse, quali: l’utilizzo di energia e di combustibili per trasporto, i rifiuti e le perdite di refrigeranti da sistemi di refrigerazione, mentre gli assorbimenti possono derivare dalla fissazione della CO2 atmosferica da parte delle piante o del suolo.

La carbon footprint rappresenta un sottoinsieme dei dati derivanti da uno studio di Life Cycle Assessment (LCA). L’LCA è un metodo standardizzato a livello internazionale (norme ISO 14040:2006 Environmental Management – Life Cycle Assessment – Principles and Framework e ISO 14044:2006 Environmental Management – Life Cycle Assessment – Requirements and Guidelines) per la valutazione dei carichi ambientali e delle risorse consumate nelle fasi; estrazione delle materie prime, produzione di beni, loro utilizzo da parte degli utilizzatori finali, o fornitura di un servizio, riciclaggio, recupero di energia e smaltimento finale. La carbon footprint viene pertanto calcolata mediante uno studio LCA conforme alle norme citate, evidenziando soltanto le emissioni che hanno effetto sul fenomeno del cambiamento climatico.

É improprio affermare che la carbon footprint fornisce un risultato dell’intero impatto ambientale del prodotto in esame, in quanto altri impatti, normalmente ricompresi in una LCA come l’acidificazione, le eutrofizzazione, la formazione di ossidanti fotochimici o gli effetti tossici per l’uomo o gli ecosistemi, non sono quantificati.

I principali vantaggi della carbon footprint rispetto ad una LCA completa sono la facilità di comunicazione e di comprensione da parte del pubblico, e la possibilità di essere direttamente collegata ad una delle priorità ambientali universalmente riconosciute e affrontate dalle politiche ambientali. Una bassa carbon footprint significa che il prodotto in esame dà un basso contributo ai cambiamenti climatici.

La carbon footprint, per le ragioni suddette, costituisce un importante indicatore ambientale che si sta affermando come uno strumento di marketing usato dalle industrie manifatturiere non solo per dimostrare l’impegno a ridurre l’impatto ambientale, ma anche per evidenziare la sostenibilità dei loro prodotti. L’importanza dell’impronta del carbonio è talmente considerata che in alcuni paesi si procede a certificarne l’entità.